Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Un saluto a tutti, mi chiamo Marco Tacca e sono appassionato di fotografia ormai da molti anni.Ho iniziato con la vecchia pellicola nel lontano 1986, per poi gradualmente abbandonare questa passione per svariati motivi.
Nel 2010 grazie ad un amico ho acquistato la mia prima reflex digitale, e da lì è rifiorito l’amore per la fotografia.Ho iniziato con i paesaggi per poi passare alla fotografia di ritratto, genere che riesce ad emozionarmi
e grazie al quale ho avuto la possibilità di incontrare delle persone stupende.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Beh diciamo che non ho mai avuto grandi aspirazioni…sono sempre stato con i piedi per terra…ho sempre sperato di poter avere una famiglia e di vivere serenamente, e fino ad ora direi che non mi posso lamentare.
La prima foto che hai scattato?
La mia prima foto è stata ad un paesaggio montano nel lontano 1986, con la mia fedele Yashica 108 multiprogram.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
Amo la luce, e più che ispirarmi a grandi fotografi, cerco di “rubare” i segreti ai grandi pittori del passato…Wermeer,Caravaggio,Rembrandt…
Cosa non è per te la fotografia ?
Per me la fotografia non è solo il momento dello scatto…dietro ad un ritratto c’è lo studio della location, della luce, del soggetto…uno scatto va preparato e studiato.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
Mi piace mettermi in gioco, per me ogni sessione di scatti è una nuova sfida… di solito parto dalla scelta della location, e da lì nasce il progetto… diciamo che la sfida è quella di riuscire a tirar fuori
lo scatto buono in situazioni che possono anche apparire estreme.
Che cos’e` la curiosita`?
La curiosità è la molla che mi spinge a fare sempre meglio, senza la curiosità non sarebbe possibile migliorarsi.Non si finisce mai di imparare e non bisogna mai smettere di sperimentare cose nuove…
non solo in fotografia ma anche nella vita.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Mi piacerebbe fotografare una ballerina all’aperto in diverse situazioni e location suggestive.
Qual e` il tuo prossimo progetto?
Il mio prossimo progetto prevede una serie di scatti ad una modella con una boccia di vetro in testa… vorrei evidenziare l’estraneità delle persone che spesso tendono ad isolarsi e chiudersi in se stesse.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Ho iniziato con la fotografia di paesaggio, genere a cui tutt’ora sono molto legato, infatti tendo sempre a scattare i miei ritratti in luoghi suggestivi all’aperto… mi sono iscritto successivamente ad un fotoclub
dove ho cominciato a maturare l’idea del ritratto come mio stile preferito.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Beh direi che la difficoltà maggiore che ho incontrato è stata quella del tempo…mai abbastanza, sempre di corsa…fra famiglia e lavoro, per la fotografia rimane ben poco, e bisogna saper gestire il tempo libero
nel migliore dei modi.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Senza dubbio l’incontro con un paio di fotografi che hanno saputo spiegarmi e farmi vedere l’uso creativo della luce artificiale nella fotografia di ritratto.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Per cogliere l’attimo giusto è necessario avere esperienza… con la pratica continua si riescono a cogliere i momenti migliori.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Prima di ogni shooting cerco sempre di ritagliarmi del tempo da passare con la persona che devo ritrarre… sono convinto che per la buona riuscita della sessione di scatti, ci debba essere un buon feeling fra fotografo
e soggetto, quindi cerco di conoscere bene chi ho davanti cercando fin da subito di instaurare un buon rapporto.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Direi senza dubbio la luce… durante i miei shooting sono ossessionato dalla luce, cerco di mischiare nel migliore dei modi la luce ambiente con quella artificiale, curandola fin nei minimi dettagli.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
Grossi problemi fin ad ora non ne ho trovati… a parte il poco tempo a disposizione, ma quello credo che sia un problema per tutti.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Mi ricordo di una volta che ho organizzato uno shooting a due ore d’auto da casa mia… carico tutto in macchina e parto, arrivato a destinazione apro il baule per accorgermi di aver lasciato a casa lo zaino
con reflex e obbiettivi… mi sono dovuto fare di nuovo due ore d’auto per tornare a casa e altre due per ritornare alla location…
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