Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Mi chiamo Franco Aresi, 65 anni e abito a Sangiano, un piccolo paesino a ridosso del lago Maggiore in provincia di Varese
Da piccolo cosa sognavi di fare?
essendo cresciuto in campagna e con mio padre che aveva vari animali, mi sarebbe piaciuto fare l’agricoltore, ma è rimasto solo un sogno.
La prima foto che hai scattato?
nel 1970, avevo 16 anni e se non ricordo male fu ad un passerotto, chiaramente essendo stata fatta con una kodac Instamatic, l’uccellino nella foto fu solo un puntino tra i sassi, ma io orgoglioso la mostrai a tutti indicando il puntino come se fosse una foto vincitrice di un concorso.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché ?
In gioventù fui affascinato da Ansel Adams con i suoi B/N stupendi, in seguito seguii molti fotografi per cercare di carpirne “il mestiere” Un altro nome per me importante fu Carlo Meazza
Cosa non è per te la fotografia ?
Essendo la fotografia naturalistica un mio grande amore, detesto chi per una foto arreca disturbo ai nidi, spesso compromettendo la covata, mi da parecchio fastidio la mancanza di etica e rispetto
Qual e` la sfida di ogni scatto?
Non esiste una sfida, ogni scatto è a sé stante, spesso frutto di un colpo d’occhio improvviso. Quando lavoro con ballerine ed atleti, ho in mente le pose da fare, ma spesso mi faccio coinvolgere dalla bravura che lascio carta bianca a loro e solo alla fine riesco a fare quello che ho in mente, ma non tutte.
Che cos’è la curiosità?
E’ l’anima della fotografia, è quello che ti spinge a provare cose sconosciute, punti di ripresa diversi da quelli che avevi in mente.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Di solito riesco a realizzare i miei sogni fotografici, mi piacerebbe raccontare gli anziani, il loro vissuto, che traspare dai loro volti, ma è difficile perché sono sempre timorosi e fanno fatica comprendere “il perché” vorrei fotografarli
Qual e` il tuo prossimo progetto?
Una mostra fotografica sull’Eroica, gara ciclistica d’altri tempi che si svolge ogni anno sulle strade bianche del Chianti e che anche quest’anno ho seguito con la mia moto e documentato
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
All’inizio fotografavo di tutto, sviluppavo e stampavo da me, poi venne il momento delle fotografie sportive in B/N, nacque l’amore per la fotonaturalistica e poi a seguire, la danza classica. Ora spazio a 360 gradi in campo fotografico, dicono che chi si cimenta in troppe cose, poi non riesce a fare bene in nessun campo, può darsi, ma mi emoziona spaziare in base all’istinto del momento, al colpo d’occhio che mi fa vedere la foto prima di farla.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
mi sarebbe piaciuto fare la professione di fotografo, ma l’idea di dover fare le foto a comando e per altri, smorzò subito gli entusiasmi e feci l’operaio.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Molte foto pubblicate su varie riviste, sia motoristiche che fotografiche, oggi collaboro con un giornale on line della provincia di Varese
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Saper “vedere” la foto prima di farla.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Di amicizia e rispetto, è fondamentale che loro possano fidarsi di me e si sentano a loro agio, solo così riesci a far saltare fuori la loro naturalezza, perché non amo tanto far stare in posa i soggetti.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Non ho uno stile mio, mi faccio coinvolgere ogni volta, un mix tra quello che ho in mente e dalla spontaneità e voglia di mostrarsi di chi ho di fronte
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
La leggerezza delle persone nel non rispettare gli impegni e la loro difficoltà a capire che per me la fotografia è una parte della mia vita, quindi molto importante.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Stavo andando per una stradina di campagna, con cavalletto, binocolo e reflex al collo, per andare a fotografare un merlo acquaiolo di cui avevo notato la sua presenza in un fiumiciattolo. Sulla stradina vidi una macchina in sosta e probabilmente gli occupanti erano in intimità, ma per raggiungere il fiumiciattolo quella era l’unica strada e dovevo per forza passare di fianco all’auto. All’improvviso si aprì la porta del passeggero e scese una ragazza nuda che appena mi vide con binocolo e reflex esclamò ” Oddio Carlo un guardone!” Il tizio scese velocemente e dovetti darmi alla fuga, vagli a spiegare che dovevo passare da quella stradina per poter fotografare un uccello…..
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