Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 205° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Arthur Cross, buona lettura.
Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Ciao, mi chiamo Arthur Cross , sono di Padova e scatto da circa 7 anni.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
da piccolo sognavo di fare il veterinario, adoro gli animali, vorrei tanto poterne tenere qualcuno con me ma non essendo mai a casa preferisco non averne per non farli soffrire, tengo solamente dei pesci.
La prima foto che hai scattato?
La prima foto?…dai, non mi ricordo, ma sicuramente era qualcosa di stupido tipo la foto di un muro o qualcosa di simile ).
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
Adoro Salgado per le sue foto vere e per il contributo che ha lasciato su questa pianeta come fotografo e in primis come uomo .
Per il resto mi ispiro a tanti pittori, sono appassionato di arte.
Cosa non è per te la fotografia ?
La fotografia non è un strumento per fare del male alla gente, per il resto accetto tutto, si tratta sempre di esprimersi con le immagini e secondo me tutti ne hanno diritto. Non può esistere una foto che non considero tale solo perché non rientra nei miei gusti.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
Divertirsi è la sfida più grande, quando cominci scattare per lavoro, a volte, non ti dà più soddisfazione e quello è secondo me il vero problema che non va trascurato .
Che cos’e` la curiosita`?
curiosità secondo me è ampliare le proprie conoscenze. Solo cosi si può crescere e migliorare.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Tutto il mondo! scoprire posti e culture nuove e riuscire a trasmettere la vera natura del posto, della gente che ci abita che ormai non si vedono più, la maggior parte degli scatti sono quelli che richiedono il pubblico per avere dei like in cambio.
Qual e` il tuo prossimo progetto?
ho iniziato a scattare a pellicola e mi sono innamorato di quel procedimento. Sviluppo e scansiono in casa. è una sensazione unica vedere le foto su una dia o negativo.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Tante! foto di passaggio, architettura, ritratti, foto commerciali per la moda. Tanta soddisfazione l’ho avuta con la fotografia aerea che ancora adesso pratico ma molto raramente.
Quali esperienze decisive hai avuto in ambito fotografico?
ho capito posso volare, anche se solo con il drone ma non sono limitato a guardare verso l’alto sognando di poter vedere il mondo come fa un uccello.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Pazienza, tanta pazienza ed essere pronti a riconoscerlo.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Amichevole, ma non sono molto aperto quindi spesso ci si limita allo shooting fotografico e basta, senza nessuna amicizia o simpatia particolare.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
l’arte in generale, più la studio più cambio lo stile che ho, non si tratta solo di farci l’occhio ma di capire il perché e come sono stati dipinti certi quadri o create certe strutture.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
Tempo e apertura mentale, la cosa per qualche motivo ha preso un senso sbagliato, la gente non va a fare le foto per divertirsi ma usa la fotografia per interessi personali, spesso anche di cattivo gusto o proprio senza alcun senso.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
sono andato su… praticamente prima dell’alba vado sempre sul punto sul punto più alto della montagna, quella mattina dopo qualche minuto dal mio arrivo mi ha raggiungiunto il temporale , non penso ci siano le parole per raccontare cosa ho visto e provato quando mi sono ritrovato dentro ad una nuvola. i fulmini si scaricavano attorno a me, non ho sentito più nulla per più di un’ora. Ho visto decine di saette scaricarsi sulla croce che era a qualche metro da me. Quando sono tornato giu (per miracolo) il temporale mi aveva portato via la tenda che per fortuna l’ho ritrovata dopo un’oretta di ricerca .