Bentornati a “Racconti Fotografici” . Eccoci alla 306° edizione: oggi intervistiamo il fotografo professionista Marco Lussoso, buona lettura.
Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono?
Un saluto a tutti,
mi chiamo Marco Lussoso e sono un fotografo professionista, ho iniziato la carriera di fotoreporter nel 1986 con il quotidiano Il Centro di Pescara, per il quale ho seguito tutti gli eventi di cronaca, sport, musica e costume fino al 1993, quando ho deciso di fare il grande salto professionale trasferendomi a Milano, dove ho collaborato da subito con la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera, la società calcistica Inter e poi con gli altri quotidiani e riviste.
Ho realizzato diciannove libri, molte copertine di riviste, oltre quindici importanti mostre fotografiche in Italia, Australia, Hong Kong e USA.
Nel 1995 sono andato in Bosnia e poi in Kosovo per documentare il conflitto bellico.
Nel 1997 sono stato in India per realizzare il reportage dei funerali di Madre Teresa a Calcutta.
Nel 1997 sono diventato il fotografo ufficiale della Juventus fino al 2002, dove mi sono occupato dell’immagine della società e dei calciatori.
Nel 2008 e 2009 ho lavorato a Maranello per conto della Ferrari, curando i servizi fotografici per l’ufficio stampa e per il reparto comunicazione.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Il fotografo
La prima foto che hai scattato?
Avevo 13 anni quando mio padre mi ha regalato la prima reflex e ho fotografato i miei fratelli.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?
Sicuramente Peter Lindbergh, che ho avuto la fortuna di conoscere a Milano, per il suo stile inconfondibile di creare opere d’arte in bianco e nero.
Cosa non è per te la fotografia?
Quello che è diventata adesso, ossia la non fotografia. Si rincorre l’ultimo modello di fotocamera, ci si preoccupa dei modelli migliori di obiettivi, si rincorrono i followers sui social ma si tralascia la vera essenza della fotografia, ossia il contenuto…
Qual’é la sfida di ogni scatto?
Mettermi sempre alla prova e riuscire a realizzare i miei obiettivi, non accontentarmi mai dei risultati raggiunti e migliorarmi sempre, anche adesso dopo 35 anni di professionismo.
Che cos’è la curiosità?
Osservare quello che ci circonda con gli occhi di un bambino.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?
Ho fotografato tutto in giro per il mondo e mi ritengo fortunato.
Qual’è il tuo prossimo progetto?
Mi sto dedicando all’editoria fotografica, ho in lavorazione un libro sul golf e un altro sulla guerra dei Balcani, dove sono stato la prima volta nel 1995.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Mi sono diplomato in fotografia all’Istituto d’Arte, poi ho iniziato a lavorare per i giornali e agenzie fotografiche.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Riuscire ad interpretare il modo di vedere la fotografia dei direttori dei giornali che mi commissionavano i servizi fotografici da fare.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Lavorare per i quotidiani è stato molto formativo, nell’arco di una giornata mi sono ritrovato a fotografare una conferenza stampa, un ritratto di un personaggio famoso, dei morti in un incidente stradale, la sera un concerto musicale…
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Avere sempre gli occhi e le orecchie ben aperti.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Ci parlo molto prima di prendere in mano la macchina fotografi e solo dopo, inizio a scattare foto.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Nessuno in particolare.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?
Assolutamente nessuno, la tecnologia aiuta moltissimo.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Un giorno a Milano mi sono trovato a cinque metri un gruppetto di uomini tutti vestiti di nero e al centro ho intravvisto una capigliatura bionda, ho pensato che doveva essere un personaggio importante, ho preso la mia reflex dalla borsa e subito ho visto che il personaggio era Madonna che stava facendo shopping in via Montenapoleone. Ho venduto l’esclusiva in molte parti del mondo.