Cari Lettori, eccoci alla 18° edizione di “Racconti Fotografici”. Questa edizione è dedicata a Lauro Magris, membro storico del Canon Club Italia, fotografo esperto e dal grande talento, che ci racconta la sua fotografia attraverso parole e immagini. Buona Lettura
Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Mi chiamo Lauro Magris , sono nato e risiedo in provincia di Treviso . Con il tempo, in me, è aumentato l’interesse per la fotografia, che cerco di approfondire studiandone le regole e gli aspetti tecnico/compositivi/emozionali. Finora la mia passione mi ha portato a visitare, a conoscere ed apprezzare le bellezze geografiche, culturali, naturalistiche delle Tre Venezie.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
L’esploratore
La prima foto che hai scattato?
Era una foto di paesaggio montano con una reflex a pellicola Yashica 109 MP con ottica standard e il tokina 24-200mm . Dopo alcuni anni acquistai la prima reflex digitale canon entry level: la canon eos 300D . Da quel momento le mie uscite fotografiche subirono una accelerazione fino a preferire e approfondire alcuni generi fotografici e upgradando man mano il corredo.
Qual è la sfida di ogni scatto?
Studiare la location, osservare gli animali che frequentano il territorio e cercare di cogliere la loro unicità/essenza.
Che cos’è la curiosità?
E’ quella molla che ci spinge ad osservare i comportamenti dei soggetti, approfondire la originale soggettività dei loro atteggiamenti e cercare di metterci in sintonia con i protagonisti.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Amo cimentarmi nei vari generi, preferendo – però – la fotografia naturalistica che mi permette di osservare, rispettare, conoscere, l’ambiente e gli animali .
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
A livello naturalistico, studiare il territorio esplorandolo in momenti diversi e in tutte le stagioni. Osservare e memorizzare gli incontri e le condizioni di luce, individuare dei punti di ripresa strategici, studiare il comportamento dei soggetti, migliorare la resistenza fisica, sviluppare la pro-attività . Cos’è per me la pro-attività? E’ la capacità di anticipare gli eventi e/o azioni del soggetto senza tensioni interne ma ottimizzando i personali tempi di reazione nel modificare al volo i parametri di scatto. La pro-attività ci permette anche di cogliere l’attimo in una situazione non prevista (essere nel momento giusto nel luogo giusto). Per aumentare le percentuali di successo durante le uscite naturalistiche occorre poi muoversi nel territorio silenziosamente, preferire la compagnia poco numerosa e non invasiva di altri, sfruttando il mimetismo e rispettando sempre l’ambiente che ci ospita e i suoi viventi.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
La mancanza di tempo dato che gli impegni di lavoro e familiare volente o nolente ci mi assorbono sempre più . La fotografia, però, mi permette di staccare, di caricarmi le batterie interne, anche se al rientro da una lunga uscita fotografica ho fatto poche centinaia di foto. Da qui si comprende la mia inclinazione verso tutti gli aspetti legati alla natura . Dal paesaggio alla macro o alla caccia fotografica includendo fauna e avifauna. Generi fotografici che per magia mi fanno dimenticare del tempo che scorre, proiettandomi in un’immaginaria dimensione dove esso rallenta.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Quello che rimarrà sempre nel mio cuore è di aver assistito alle prime uscite di un pullo di martin pescatore “imbranato” e alle conseguenti situazioni paradossali tra lui , la sorellina e i genitori. A differenza della sorellina Principessa, Rinco (nome coniato per il protagonista) dimostrava la sua imbranataggine nella tecnica di pesca, andando spesse volte a vuoto nei suoi tuffi, pescando e tramortendo pezzettini di canna galleggianti, perdendo i pesciolini appena pescati o inghiottendoli dalla parte sbagliata. Rimanere interminabili minuti ad osservarlo mentre seguiva le evoluzioni di Principessa o mentre riceveva le sgridate della mamma, spostandosi a piccoli passi sul rametto fino a cadere è stato impagabile. La parte più difficile era ridere silenziosamente e non poter intervenire spiegandogli cosa e come doveva pescare. A volte, come in questo caso, possiamo imbatterci in comportamenti umanizzati ed essere coscienti di essere dei semplici osservatori, in un click cerchiamo di racchiudere la tecnica, la parte emotiva e quella originale di una sessione fotografica. Poi, con un sorriso a banana, rientriamo a casa soddisfatti di ciò che ci ha regalato la Natura quella giornata.
Sito web: www.lauromagrisphotonature.com
Pag.FB: https://www.facebook.com/lauro.magris
La corazza lucente (Dragone d’acqua verde)
Il rosso (Airone rosso)
Colors (scoiattolo)
L’inghiotto (Martin pescatore femmina)
Storming (Sleddog-Husky)
Sogni d’oro (picchio rosso maggiore)