Sta per uscire negli Stati Uniti un libro sul reportage scritto da un fotografo Italiano. Centoventotto pagine fitte di consigli “brutalmente pratici”, suggerimenti e trucchi del mestiere su come organizzare, scattare e vendere un servizio foto-documentarista. Abbiamo visto in anteprima alcuni capitoli e dobbiamo dire che è veramente ben fatto: in ogni pagina si trovano indicazioni molto utili a proposito di tutti gli aspetti che possano venire in mente e, soprattutto, su ciò a cui rischiamo di non pensare! E poi indicazioni su come sviluppare un’idea in modo che sia anche commerciale, soluzioni tecniche, spunti per la composizione, suggerimenti per fare i bagagli o per trovare contatti utili, consigli per ottimizzare i tempi, risparmiare, scattare e selezionare le immagini adatte ad una redazione. C’è anche un capitolo sui video ed uno, interessantissimo, che elenca i pro e i contro di alcuni siti che aiutano a vendere le proprie foto alle testate di tutto il mondo. Insomma un concentrato di tutto quello che un bravo reportagista dovrebbe sapere e che in genere si impara solo con tanta esperienza e dopo tanti errori.
Il fotografo è Enzo Dal Verme, le sue fotografie sono state pubblicate dalle più importanti testate: da The Times a Panorama a Vanity Fair e molte altre. Ma come mai il libro è pubblicato da una casa editrice americana e non in Italia? Incuriositi, lo abbiamo chiesto proprio a lui:
Ho scritto la prima versione del libro alcuni anni fa quando ero molto presente sul web e mi scrivevano tanti studenti di fotografia da tutto il mondo chiedendomi consigli. Erano diventati troppi e per riuscire a rispondere a tutti avevo preparato un manuale in pdf che potevano scaricare online e trovare tanti consigli pratici. Il libro è piaciuto molto e hanno cominciato a moltiplicarsi i blog di fotografia che ne parlavano con ottime recensioni. Ho capito che avevo scritto qualcosa di veramente utile quando mi sono accorto che i principali lettori erano fotografi professionisti.
Nessun commento negativo?
Si, due: uno di un ragazzo che avrebbe voluto trovare meno informazioni legate alla pubblicazione e più suggerimenti sullo stile (che adesso ho aggiunto) e uno di un fotoreporter arrabbiato perché non avrei dovuto spifferare certi trucchi del mestiere.
E poi cosa è successo?
Un editore americano ha notato il successo del libro auto-prodotto e mi ha proposto di scriverne una versione molto più ricca e completa per stamparlo e distribuirlo. Ho dovuto lavorare sodo: è una casa editrice importante, molto specializzata ed esigente. Su alcune cose ho dovuto mediare, per esempio per la copertina io avrei voluto usare una foto diversa, ma per il contenuto sono molto contento. Se avessi potuto leggere questo libro all’inizio della mia carriera mi sarei risparmiato tanta fatica!
Ma in Italia si troverà?
Alcune librerie lo avranno e comunque si potrà acquistare su Amazon dove è già in prevendita e si possono anche leggere alcuni dei commenti di chi ha comperato la prima edizione auto-prodotta. Ora, però, il libro è tre volte più grande e completo.
Con il libro sul reportage in uscita, non pensi di proporre anche dei workshop?
Mi hanno chiesto in tanti di insegnare reportage e forse dopo l’uscita del libro ne proporrò uno. Però quello che preferisco insegnare è ritratto. Tra l’altro, in ogni reportage ci sono anche dei ritratti.
Perché ritratto?
Perché è il campo nel quale posso condividere qualcosa che non fanno anche altri. Ho un approccio un po’ particolare al ritratto e lo insegno da parecchi anni, una o due volte l’anno. Vedo i miei studenti cambiare, ricevo i loro commenti e mi sembra la cosa più utile che io possa offrire.
So che i tuoi workshop sono sempre pieni e spesso c’è la lista d’attesa per partecipare…
È vero, a parte un’eccezione l’anno scorso che ha registrato un record di disdette all’ultimo momento per gambe rotte, impegni di lavoro, influenze etc… in genere i miei workshop sono pieni già uno o due mesi prima dell’inizio. Credo che sia dovuto a due fattori: ho un approccio che altri non insegnano e i prezzi sono molto bassi.
Perché hai i prezzi così bassi?
Perché voglio che i miei corsi siano accessibili a tutti. Tanti studenti di fotografia o fotoamatori hanno una grande passione ma… non tanti soldi. In un panorama che propone dei workshop costosi, mi fa piacere che il mio sia abbordabile.
Chi è interessato a partecipare cosa si può aspettare?
Dedico molto tempo alla relazione tra il fotografo e il soggetto. Ci sono esercizi che aiutano i partecipanti ad esplorare e superare le proprie paure ed inibizioni nella loro veste di fotografi ed altri che hanno lo scopo di incrementare la capacità di interagire e comporre rapidamente e intuitivamente l’immagine. Non mi concentro sulla tecnica, schemi di luce e simili. Lavoriamo sulle percezioni, empatia, creatività, composizione, luce naturale… Tutte cose utili per scattare ritratti durante un reportage o anche ritratti posati.
Quando sarà il prossimo workshop di ritratto?
Dal 6 all’8 Maggio 2016 in Toscana, sul sito dei workshop si trovano tutte le informazioni e anche i commenti di chi ha già partecipato.
E per chi è interessato al libro di reportage?
Credo che la cosa più facile sia ordinarlo su Amazon. L’editore mi ha promesso di farmi avere degli sconti per i miei studenti e chi mi segue. Anche se adesso ho chiuso il mio blog e sono molto poco attivo in rete, comunque condividerò tutto su Twitter o Facebook e chi vuole essere sicuro di ricevere informazioni può richiederlo dal sito e sarà sempre aggiornato.
Storytelling for Photojournalists: Reportage and Documentary Photography Techniques è già in prevendita su Amazon (clicca qui)
http://www.amazon.it/Storytelling-Photojournalists-Documentary-Photography-Techniques/dp/1682030008