GEOX EPrix di Roma 2019

“Si dice che tutte le buone idee inizino sul retro di un tovagliolo. Il primo laptop, la Mini originale e, dalla sera del 3 marzo 2011, l’idea di un campionato di competizioni completamente elettriche su strada è iniziata come nient’altro che scarabocchi su un tovagliolo”

Le poche parole scritte in un ristorante di Parigi hanno rappresentato l’inizio di quello che sarebbe diventato il primo campionato internazionale per monoposto completamente elettriche al mondo. Gli inizi della Formula E. Gli autori sono stati il presidente della FIA Jean Todt e l’imprenditore spagnolo Alejandro Agag. Insieme i due hanno sviluppato il campionato come mezzo per dimostrare il potenziale della mobilità sostenibile per contribuire a creare un mondo migliore e più pulito.” (Fonte Sito Ufficiale FIA)

 

Sabato 13 aprile 2019… ore 5,45.

L’attrezzatura è già pronta dalla sera prima, batterie cariche e controllate, schede di memoria in giusta quantità. Lenti pulite, fotocamera pure e scatto di prova fatto. Iso impostati, diaframma…. Insomma, come sempre cerco di anticipare le condizioni che troverò al mio arrivo sul circuito. Oramai lo faccio automaticamente, sono operazioni fatte centinaia e centinaia di volte, eppure ogni volta mi sembra di aver dimenticato qualcosa. No, per fortuna non ho dimenticato nulla.

Arrivo in circa mezz’ora sul circuito. Indosso il badge verde tipico assegnato a noi fotografi accreditati, indosso la pettorina bianca e verde con la scritta FIA – EPRIX 2019.

Mi reco subito in sala stampa, solito affollamento, ma quest’anno, il mio secondo anno alla Formula E, mi fa ritrovare amici colleghi conosciuti proprio nella precedente edizione.

Quest’anno gioca a mio vantaggio il fatto che il circuito non è cambiato, come non sono cambiate le postazioni a noi destinate. Però quest’anno si inizia prima. Ci sono in programma molte più gare e giri…. C’è il trofeo monomarca Jaguar I-Pace, che si alterna nelle prove con le monoposto. Ci sono tre sessioni di prove libere, le prove ufficiali, la superpole…. E nel frattempo anche giri pubblicitari di BMW, Smart, Audi, tutte rigorosamente elettriche.

Inizio subito a scattare, attenzione ai tempi, attenzione ad anticipare l’auto che sopraggiunge, attenzione a percepire cosa potrebbe succedere in quel momento…. E poi di corsa in un’altra postazione, così da avere diverse e più varie inquadrature delle auto, di tutte le auto. Ma ne frattempo c’è l’amicizia, la compagnia di quei colleghi, con i quali corri, scatti, ti confronti…. Senti qualcuno “nuovo” che consuma schede sfruttando al massimo la raffica della propria fotocamera, e ti chiedi, dentro di te, se gli basteranno le schede di memoria, e poi però pensi alla tua fotografia, torno a concentrarmi, ad anticipare, un occhio al programma, uno alla pista, uno al meteo…. Pioggia che mi raggiunge, mi fido della mia attrezzatura, so che non mi farà perdere nessuno scatto e quindi continuo a fotografare, aspetto l’auto che sbuca dalla curva davanti a me…. La seguo mentre si avvicina rapidamente al muro laterale, la continuo a seguire aspettando il momento che ho già pensato per scattare la foto ed eccola li, si presenta e ho scattato nel momento esatto. Uno scatto, una foto, la mia foto.

Si corre sotto al palco, per la premiazione del vincitore, ressa, tantissime teste e fotocamere sollevate per catturare il momento migliore e anche la mia li in mezzo, ci si spinge, si prova a spostarsi un pochino a destra o sinistra ma quegli scatti vanno fatti.
Un paio di scatti ancora nel momento in cui i piloti stappano le bottiglie di champagne e si cerca di evitare di bagnarsi, anzi di non bagnare fotocamera e lente….
Finisce così una giornata lunga, molti colleghi corrono in sala stampa, devono mandare immediatamente foto e testi per far uscire le notizie sui principali media quotidiani. Io non ho fretta. Torno a casa, stanco ma soddisfatto per una giornata di fotografia.

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