Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Mi chiamo Carlo Pagliuca, il nome di Charsy Wild me lo diede un caro amico molti anni fa, siccome mi piace molto e mi chiamano tutt’ora così ho deciso di tenerlo come alias.
Sono nato e cresciuto a Torino, mi sono avvicinato alla fotografia per la prima volta nel 2010, da quel momento non ho più abbandonato la macchina.
Adoro la natura selvaggia, in particolar modo la montagna che mi regala sempre un sacco di emozioni.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Beh, quando si è piccoli i sogni sono moltissimi, mi sarebbe piaciuto fare l’astronauta, il pompiere. Crescendo e frequentando campagne e montagne, il mio sogno era quello di vivere in montagna, per ora realizzato per metà.
La prima foto che hai scattato?
La prima fotografia l’ho scattata alla Mole Antoneliana, il simbolo di Torino. Con una Sony alpha 450, da un punto panoramico della mia città. Ero tutto orgoglioso, ci ripenso e sorrido.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
David Keochkerian è il mio fotografo preferito, è impressionante come utilizza i contrasti di colore e l’infrarosso, c’è tutta la sua anima nelle sue foto.
Max Rive è eccezionale, sa cogliere un’atmosfera unica nel suo genere.Cosa non è per te la fotografia ?
Con l’avvento del digitale si vedono ogni tipo di fotografie, la fotografia punta e scatta che non trasmette nulla di emozionante, o quelle fotografie storpiate dalla troppa post produzione.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
La mia sfida sta sempre nel cercare la luce e l’atmosfera giusta.
Che cos’e` la curiosita`?
Per me la curiosità è scoprire e sperimentare cose nuove. Quando esco di casa per a fotografare, ad esempio, cerco qualcosa di diverso dal solito e che mi colpisca.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Wow! La lista sarebbe bella lunga. Beh, la Norvegia con i suoi panorami mozzafiato non sarebbe male, le sue cascate, l’ aurora boreale… Un sogno per me.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Ad oggi sono arrivato fin qui studiando sui libri e cercando d’imparare dai miei fotografi preferiti. La strada è ancora tanto lunga.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Innanzitutto lo scatto che si vuole ottenere lo si deve avere impresso nella mente, la fotografia nasce da lì. Quando arrivo nella location resto diversi minuti a guardare quello che ho davanti prima di scattare. Normalmente pianifico i miei scatti tenendo conto della direzione della luce, cercando di capire quando è il momento migliore per scattare. Avere tanta pazienza e non farsi scoraggiare dagli errori, anzi sono proprio quelli che aiutano a migliorare.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
A oggi non ho ancora un mio stile vero e proprio, sto continuando a sperimentare.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Decisi di fotografare la via lattea al passo Gardena, in Alto Adige, arrivato al passo scesi dalla macchina, alzai lo sguardo verso il cielo e vidi una moltitudine di stelle e poi lei la via lattea. M’incamminai alla base del gruppo Cir (gruppo di monti che dominano il passo) con la mia luce frontale, arrivato al punto prescelto piazzai la mia Nikon sul cavalletto, impostai la macchina e spensi la luce. Ogni piccolo sibilo o sfruscio che sentivo mi metteva paura, pensando a qualche tipo di animale. ahahaha| Alla fine non ho resistetti, smontai tutto e me ne tornai a casa a mani vuote. Fantastico! ahahaah
Carlo Pagliuca (Charsy Wild)
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