Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 179° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Diego Colombo, buona lettura.
Mi chiami Diego Colombo, ho 43 anni e mi occupo di riabilitazione motoria in una Casa di Riposo. Gli anziani residenti, con i quali trascorro le giornate, sono i soggetti preferiti dei miei scatti.
Da bambino sognavo di diventare erpetologo e girare il mondo studiando i rettili, ma poi ho capito che difficilmente si possono conciliare l’erpetologia ed un mutuo.
Banalmente il primo soggetto dei miei scatti, da ragazzino, fu il mio cane. Il mio mito fotografico è Cartier-Bresson, per i neri straordinari e la capacità di utilizzare composizione, luci ed ombre. Non so dire cosa NON sia la fotografia…so dire cosa SIA per me: la fotografia è la ricerca dell’immortalità di un momento, in una vita troppo di corsa…è l’attenzione allo straordinario che si può trovare nel quotidiano e la capacità di fermarlo per sempre, così da poterne godere ancora ed ancora.
La sfida di ogni scatto sta proprio in questo…la ricerca della bellezza del qui ed ora…una luce che dura il tempo di uno scatto e già muta, ma si è riusciti ad intrappolarla per sempre…immutabile.
La curiosità è fondamentale in tutto ciò…senza curiosità non può esistere la fotografia, così come alcuna altra forma di arte.
Io amo fotografare persone proprio per questo…perchè mi incuriosiscono le loro storie…la loro vita.
Il mio attuale “progetto” infatti è una raccolta di scatti e storie di vita degli anziani che assisto ogni giorno.
Dietro ogni scatto una persona…e dietro ciascuna persona una storia unica ed irripetibile.
Credo che non esista nulla di più misterioso ed affascinante di questo…degli esseri umani e delle loro storie, narrate attraverso la lente di un obiettivo o una penna capace.
Da bambino sognavo di diventare erpetologo e girare il mondo studiando i rettili, ma poi ho capito che difficilmente si possono conciliare l’erpetologia ed un mutuo.
Banalmente il primo soggetto dei miei scatti, da ragazzino, fu il mio cane. Il mio mito fotografico è Cartier-Bresson, per i neri straordinari e la capacità di utilizzare composizione, luci ed ombre. Non so dire cosa NON sia la fotografia…so dire cosa SIA per me: la fotografia è la ricerca dell’immortalità di un momento, in una vita troppo di corsa…è l’attenzione allo straordinario che si può trovare nel quotidiano e la capacità di fermarlo per sempre, così da poterne godere ancora ed ancora.
La sfida di ogni scatto sta proprio in questo…la ricerca della bellezza del qui ed ora…una luce che dura il tempo di uno scatto e già muta, ma si è riusciti ad intrappolarla per sempre…immutabile.
La curiosità è fondamentale in tutto ciò…senza curiosità non può esistere la fotografia, così come alcuna altra forma di arte.
Io amo fotografare persone proprio per questo…perchè mi incuriosiscono le loro storie…la loro vita.
Il mio attuale “progetto” infatti è una raccolta di scatti e storie di vita degli anziani che assisto ogni giorno.
Dietro ogni scatto una persona…e dietro ciascuna persona una storia unica ed irripetibile.
Credo che non esista nulla di più misterioso ed affascinante di questo…degli esseri umani e delle loro storie, narrate attraverso la lente di un obiettivo o una penna capace.