Cari Lettori, eccoci alla 26° edizione di “Racconti Fotografici”. Questa edizione è dedicata a Giacomo Salomone, che ci racconta la sua fotografia attraverso parole e immagini. Buona Lettura
Ciao a tutti sono Giacomo ho 33 anni e sono di Roma, da Settembre purtroppo sono disoccupato(spero ancora per breve) e mi ritrovo a fare oltre che il papà anche il mammo di mio figlio Edoardo , ed è proprio con la sua nascita (2anni fa) che mi sono dedicato alla fotografia in maniera più passionale, diciamo che è lui la fonte di luce delle mie foto. La passione per la fotografia và inserita insieme ad un’altra grande mia grande passione, la pesca (Surfcasting) entrambi richiedono tempo dedizione e molti sacrifici economici e con tutto ciò il buon risultato non è mai garantito. Il mio genere fotografico di cui ho più grande stimolo è sicuramente l’astrofotografia seguita subito dall’avifauna. Cerco sempre se possibile tra un pannolino e l’altro al rientro della mia compagna dal lavoro di ricavare quell’ora per la fotografia e se le condizioni meteo sono ottime e magari nel fine settimana… beh allora ci può scappare anche una giornata intera. Credo che il genere di foto che mi piace fare a me sia un qualcosa che rappresenta il sogno del genere umano.. L’astrofotografia infondo è un ricercare un qualcosa di superiore, d’immenso che solo l’Universo sa dare, mentre l’avifauna è il sogno dell’uomo di liberta espressa con il desiderio di volare…
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Sognavo di fare il Vigile del Fuoco e il pilota di Caccia, il primo sogno è svanito da piccolo quando vicino casa mia un prato era andato a fuoco ed era stata tanta la paura che mi è passata la voglia di fare il pompiere , mentre per il secondo sogno.. beh forse la poca voglia di studiare.
La prima foto che hai scattato?
Beh dovrei tornare molto indietro e sinceramente non mi ricordo il primo scatto anche se sono sicuro di aver fatto qualche foto con una vecchia Polaroid, mi ricordo inoltre che quando veniva un mio caro zio purtroppo scomparso (Fernando) lui era molto dedito a fare foto in famiglia ed ho un vago ricordo di aver usato la sua macchina (che ora non ricordo assolutamente la marca) quindi immagino che il mio primo scatto è stato proprio grazie a lui ma parliamo di ben 30 anni fa.. Comunque la mia prima foto con una reflex digitale è stata alla nascita di mio figlio con una Canon 400D che tutt’ora uso in ambito dell’astrofotografia.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
Su questa domanda si vedono le mie lacune nella cultura della fotografia, non ho fotografi da cui traggo ispirazione, io la fotografia la vivo più sul momento e sul mio stato d’animo, cerco solo di far uscire un po’ della “mia” creatività senza basarmi su altri.
Cosa non è per te la fotografia ?
Non è il giudicare dicendo sei stato bravo o non lo sei stato, è cercare di capire insieme come migliorare lo scatto e se questo non è possibile farci una bella risata sopra che vale molto di più di mille incazzature per una foto non riuscita.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
Fare sempre meglio e andare oltre i propri limiti cercando di raggirare le situazione meteo afflitte e magari portarle a proprio guadagno con foto sempre più particolari, e se proprio non mi è possibile fare foto all’aperto allora penso a cosa potrei tirar fuori dentro le mura di casa in modo creativo.
Che cos’e` la curiosita`?
Direi una delle basi fondamentali della vita, vedo molto improbabile un domani senza una buona dose di curiosità.. è quell’energia che ti fa rimanere sveglio dal tramonto all’alba con una macchina fotografica in mano sperando in un qualcosa che non ti sia mai capitato di fotografare, questa esperienza mi sento fortunato di averla vissuta insieme ad un caro amico con cui condivido le mie avventure fotografiche sia d’avifauna ma soprattutto di astrofotografia Alessandro Nobili che saluto con un abbraccio.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Forse il sogno proibito per quanto riguarda l’astrofotografia è una notte di black-out Roma naturalmente senza nuvole e Luna , cosi magari riesco a fare un arco della via Lattea sopra al Colosseo , ( si lo so molto coatta come cosa ) comunque fare dove di solito non è possibile questo si mi piacerebbe ma mi rendo conto sempre di più che posti privi d’inquinamento luminoso in Italia sono veramente pochi… per quanto riguarda l’avifauna invece mi piacerebbe saper cogliere meglio l’attimo dei momenti più particolari di vari volatili come ad esempio il Martin Pescatore mentre pesca..
Qual e` il tuo prossimo progetto?
Bella domanda.. Sinceramente in maniera molto umile io ed il mio amico Alessandro Nobili pensiamo di fare un Workshop di astrofotografia sul litorale romano, basandosi sulle nostre esperienze e capacità in questo campo.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Andare sul campo anche se alcune volte le condizioni meteo non erano dei migliori per provare provare e ancora provare lo scatto che uno sogna di fare.. e poi se non porti a casa la foto desiderata di sicuro porterai con te una piccola storia da raccontare e ricordare o almeno a me capita quasi sempre cosi.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Ti dirò che quelle che più fanno male di batoste non sono quelle economiche anche perché il 90% del mio corredo fotografico è usato, ma le difficoltà nel poter scattare è dato da chi ti indica pensando che sono solo banali foto alle stelle o agli uccelli e niente di più, ed ogni volta che senti queste parole pensi di mollare, ma sai che non è cosi e allora continui a menare forte sul pulsante di scatto.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Sicuramente le piccole soddisfazioni personali già partendo da questa intervista , poi 2 foto prese dalla rivista FotoCult, immagini prese per la copertina della pagina facebook di 3bMeteo, una foto presa dal contest #vistidavoi del National Geographic Channel Italia, alcune foto prese per una mostra in un paese (Ripi) della prov. di Frosinone, ed altre che ora mi sfuggono. Dal punto di vista umano devo dire che molte delle conoscenze acquisite ora è grazie alla condivisione reciproca con Alessandro. Trovo molta soddisfazione anche nelle persone che su facebook mi contattano per avere consigli e dritte per fare foto simili a quelle che faccio io.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Questa domanda si rivolge molto sul genere dell’avifauna.. sicuramente uno studio del comportamento dei volatili cercare di prevedere in anticipo le mosse, quindi stare sul campo e studiare le loro abitudini e scattare raffiche su raffiche.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Penso che con i volatili più riesco ad essere invisibile a loro e meglio riesco a fare delle buone pose nutrendo sempre un grande rispetto per loro evitando di disturbarli nel loro habitat naturale.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
La fotografia è emozione per me quindi da come vivo la giornata la foto al di là del soggetto acquista un valore che è dato dal mio stato emotivo.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
La voglia sfrenata nel comprare cose che non si sa bene neanche a cosa servono senza magari invece comprarsi un libro per capire le basi fondamentali del cielo e di cosa si vuole fotografare.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Decidiamo di partire io e Alessandro in una delle zone simbolo dell’avifauna.. Orbetello. Dopo un paio di ore di macchina arriviamo davanti ad un oasi (che ora mi sfugge il nome) consigliata da alcuni fotografi conosciuti sul posto e che a detta di loro era aperta…peccato però appena arrivati sul posto ci troviamo un cancello chiuso e con tanto di telecamere di sorveglianza.. a questo punto mi metto con la macchina davanti al cancello, scendo dalla macchina (mentre Alessandro in macchina ne tira giù di tutti i colori) e leggo i cartelli della Forestale con i numeri di telefono, a questo punto Alessandro parla con un addetto all’oasi dicendogli con forti risate che al lato del cancello c’è un passaggio sempre aperto… peccato che noi da circa 20 minuti non l’avevamo visto… ed effettivamente il passaggio c’era e stava a 3 metri da me , era stata tanta l’euforia di questo posto che non eravamo riusciti a vedere neanche l’entrata..
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