Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 282° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Emanuele Basile, buona lettura.
Salve a tutti, come tutti voi sono un fotoamatore. La mia passione nasce intorno ai 15 anni di età, non so cosa mi ha portato a scoprire questo mondo, probabilmente quello che ancora oggi è la curiosità di osservare e catturare ciò che mi attraversa nel mirino. Curiosità lasciata poi in un cassetto per dedicarmi in modo amatoriale allo sport, quindi ripresa per cessata attività agonistica. Anche se non abbandonata del tutto, ho vissuto il cambio verso il digitale con poca enfasi, infatti i miei scatti realizzati furono pochissimi. Poi il tempo ha fatto la sua evoluzione. Nel cambio delle mie passioni, dove prima correvo dietro al tempo, nel 2013 decido di acquistare una nuova reflex per cercare di bloccarlo, capire l’approccio necessario per la fotografia digitale e rientrare in questa fascinosa bolla dove ogni giorno provo ad andare nella continua ricerca di migliorare nella realizzazione di foto apprezzabili. Il mio scopo non è lavorare con la fotografia, ma se questa mi portasse riconoscimento è senza dubbio gradito.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Sono passati tanti anni da quando sognavo cosa fare da grande, che sono diventato grande e non ricordo se ciò che faccio è ciò che sognavo, ma è certo che continuo a sognare e alcuni miei scatti forse lo raccontano
La prima foto che hai scattato?
Non saprei dirlo, ma ricordo che la macchinetta era una piccola Agfa tipo compatta, erano gli anni 70.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?
Questa è una domanda difficile. Nel condividere questa passione, che sia con persone reali che social, scusate questo termine perché anche dietro i social ci sono i reali, mi ritrovo spesso dove molti nominano fotografi e cercano d’ispirarsi a questi, capisco che è bene avere una cultura associata, ma nel mettere l’occhio nel mirino non penso allo scatto del tal dei tali. Conosco i fotografi blasonati, di alcuni ho seguito mostre, letto biografie e altro. Mi piace la fotografia di Bresson, Salgado, Battaglia, Fontana,….. . Però penso che ognuno abbia una propria storia e a suo modo cerca di raccontarla, so che c’è una frase allegata a ciò, chi ha questa passione ha in mano uno strumento simile a una penna, di questi ci sarà chi scrive bene, e chi scrive storie fantastiche. Ecco mi piacerebbe scrivere una storia fantastica.
Cosa non è per te la fotografia?
Con esattezza non saprei, perché ogni scatto racconta un momento, l’attimo che fugge impresso in un oggetto al posto della nostra memoria.
Qual è la sfida di ogni scatto?
Il poter riuscire a trasmettere ciò che si prova in quel momento, anche se lo scatto è per altri.
Che cos’è la curiosità?
E ‘ciò che ci spinge ad andare oltre ciò che non conosciamo
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?
Non miro a modelle o modelli, attrici o attori, ecc. ecc., ma raccontare un importante fatto di cronaca, anche se non di risonanza.
Qual è il tuo prossimo progetto?
Ho un paio d’idee, abito nei pressi di un lago e vorrei raccontare la quotidianità di alcuni luoghi intorno ad esso, al di là del folklore. Poi raccontare le donne in un loro mondo che è anche da uomo, prima del blocco avevo preso diversi contatti, ma per la situazione virus è tutto saltato, aspetto il momento per ripartire. Spero di riuscire per il prossimo anno.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Sono ancora fermo ai nastri di partenza, quindi non ho ancora attraversato alcuna tappa, se non quella di essere in questo fantastico mondo fotografico.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Forse la difficoltà degli strumenti, anche se inizialmente non sembra che lo strumento sia importante e che conti il contenuto, però se una penna scrive a tratti o sbiadito serve a poco, certo ci si accontenta e si fa giustamente esperienza,…… poi l’approccio con le persone che non si conoscono per ottenere ciò che si ha in testa.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Ho avuto diverse esperienze, ma decisive non credo.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
A saperlo!! lo sfrutterei :))
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Parto con l’idea di fare amicizia, ma non sempre riesce.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Intanto il mio percorso è di provare a crescere, credo che durante la crescita arrivi l’influenza per uno stile.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?
Credo che oggi, come periodo pandemico, la difficoltà sta nel fotografare e organizzare soggetti umani, per me che vivo in un piccolo centro e ho un impegno quotidiano, che non è la fotografia, il programmare e organizzare è divenuto più complicato. Per chi invece lavora con la fotografia è il cercare di avere idee sempre nuove, perché abbiamo lo strumento come internet per aggiornarci ma al contempo lo rende già visto.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Mi trovavo in uno dei paesi del circondario, era verso sera, il cielo prometteva un tramonto particolare, avevo già scattato in giro e con me avevo sia il cavalletto che dei filtri, portati per cercare di capire e conoscere, e quale occasione se non in quel momento?…. Preparo il tutto, anche in fretta, perché il sole stava facendo velocemente la sua discesa….. stavo scegliendo l’inquadratura per me ideale, quando sento la voce di una simpatica donna che dice; “questa è senza dubbio una bella fotografia!!” avvio lo scatto e mi giro verso di lei che in quel momento stava facendo una foto con il cellulare e gli dico; “Non di meno di quella che ha scattato lei con il cellulare”, lei; “no! perché io non ho messo la sua stessa passionalità e dedizione”,….. il risultato di quello scatto è stato pubblicato in una rivista del settore e ogni volta che ci penso mi viene da sorridere.
Emanuele Basile