Cari Lettori, eccoci alla 37° edizione di “Racconti Fotografici”. Questa edizione è dedicata a Alessandro Maniccia, che ci racconta la sua fotografia attraverso parole e immagini. Buona Lettura
Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Sono Alessandro Maniccia, un “ragazzo” di 32 anni, che è nato e cresciuto a Latina. Sin da piccolo mi sono piaciute le fotografie paesaggistiche, tanto che con mio padre, durante le vacanze, facevamo a gara a chi avrebbe sfornato la “cartolina” più bella.
Solo quasi 3 anni fa ho comprato la mia prima reflex, una canon 1100d, sostituita qualche mese fa da una canon 550d.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Il mio grande sogno da bambino era di diventare pilota di aerei militari, sogno poi distrutto dalla miopia che mi ha raggiunto quando avevo 10 anni.
Da quel momento in poi qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Ho studiato elettronica e telecomunicazioni, ho imparato a usare e riparare il computer da solo, ho lavorato in aziende chimico farmaceutiche. Attualmente faccio quello che forse più mi piace fare: servizio di help desk per l’azienda presso cui lavoro.
La prima foto che hai scattato?
Ero piccolo, in uno dei viaggi con la mia famiglia, una delle cartoline di cui parlavo prima. niente di che. La mia prima foto seria è un tramonto lavorato in hdr effettuata vicino casa.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
Sono molto selvaggio per quel che riguarda la fotografia, così come lo ero a scuola. Non mi piace aggrapparmi ai “classici”, ma amo vedere le belle fotografie, quelle che magari tecnicamente non sono perfette, ma che mi fanno dire wow.
Nella mia breve carriera da “reflexista” mi sono avvicinato molto alla fotografia notturna, mi piace fotografare la Via lattea, e in questo genere di foto mi ha
aiutato molto vedere gli scatti di Ivan Pedretti, ma anche di Alberto Ghizzi Panizza.
Devo poi citare due grandi amici, che mi danno ispirazione e mi spronano semre a far meglio: Giovanna Griffo e Luca Libralato.
Cosa non è per te la fotografia ?
Per me la fotografia non è quello che purtroppo, sempre più spesso, diventa alterazione della realtà.
Per alterazione della realtà non parlo di post produrre più o meno una fotorafia: la camera bianca sta al sensore digitale come la camera oscura sta al rullino.
Per alterazione della realtà perlo di quella fotografia giornalistica volta ad evidenziare qualcosa piuttosto che altro, a disinformare, a deviare appunto dalla realtà.
Quando si rappresenta qualcosa, una scena, un attimo, con una fotografia, obbligatoriamente si esclude qualcosa. ma se quel qualcosa che viene escluso serve per raccontare
la veridicità dei fatti allora quella fotografia è la fotografia che non mi piace.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
Trovare le condizioni adatte, la speranza, lo studio del luogo, delle condizioni meteo, del cielo, delle stelle, dei fulmini…
La sfida è sperare che quello che hai sognato si avveri.
Che cos’e` la curiosita`?
La curiosità è quello che ti spinge a migliorare ogni volta.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Mi piacerebbe, un giorno, fotografare l’aurora boreale e la via lattea australe.
Qual e` il tuo prossimo progetto?
Non ne ho. La fotografia non è il mio lavoro, è un’amante con la quale ogni tanto si esce insieme e si spera che tutto vada come ci si è prefissati, c’è magari l’attesa dell’evento, per me l’estate vuol dire via lattea, l’inverno vuol dire Orione. Ecco, il prossimo progetto potrebbe essere Orione
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Ho studiato, continuo a farlo, e internet è un grande libro dove trovare di tutto.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
La difficoltà spesso è il poco tempo che si ha per concentrarsi su un progetto, sullo studio di qualche tecnica. Non ho mai tempo per approfondire le tecniche di post produzione nei ritratti.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Fattore C? si, soprattutto quello.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
Trovo molte difficoltà nel fotografare le persone per strada, attimi di vita quotidiana. Tutti oggi si fanno i “selfie”, tutti pubblicano sui social dove vanno, cosa fanno, con chi sono, ma quando vedono te con una reflex in mano doventano tutti Vip che non vogliono farsi paparazzare. questa è la mia più grande difficoltà
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Nell’agosto del 2015 ho comprato il mio Tokina 11-16 ed ero ansioso di testarlo con le stelle e la via lattea. una sera, alle 20:30 circa, mi sento con degli amici che si trovavano sul ponte di Sabaudia a fotografare il temporale che si allontanava. io avevo appena finito di cenare e avevo portato il cagnolino a fare i bisogni, quando a un certo punto mi decido e dico “si andiamo, il cielo sarà pulitissimo” li raggiungo e insieme ci spostiamo a Torre Paola su un antico molo romano per immortalare la via lattea, quando, sulle nostre teste, ci accorgiamo che le nuvole cominciavano ad illuminarsi.
ci siamo ritirati, il tempo stava mettendo davvero a brutto, e, poco prima di arrivare sulla strada, casca il primo fulmine non lontano da noi sul mare e in quei momenti la ragione va a farsi benedire….
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