Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 43° edizione , oggi intervistiamo Davide Prina, buona lettura.
Ti puoi presentare per gli amici che ancora non ti conoscono ?
Mi diplomo in Ragioneria e conseguo anche altre qualifiche professionali. L’attrazione per l’arte in generale però mi porta presto verso la musica ed imparo a suonare chitarra e basso e verso la fotografia che da sempre assieme alla musica è una delle mie tantissime passioni.
Nel biennio ’92/’93 e ’93/’94 quando ancora il digitale non esisteva e si sviluppava nelle camere oscure ottengo il diploma di qualifica professionale di fotografo a Milano.
Successivamente accantono la fotografia e la riprendo nel 2012, approfondendo con altri studi sul digitale acquisendo ulteriori conoscenze nel mondo della paesaggistica, dell’infrarosso, dell’astrofotografia, della macro, del bianco e nero, sulla caccia fotografica, sull’utilizzo di filtri, sulle lunghe esposizioni e in vari altri campi ancora.
Le zone in cui mi reco spesso per fotografare, spinto dalle bellezze della Natura, sono le campagne lombarde e il parco del Ticino, non disdegnando ovviamente anche altre località.
La prima foto che hai scattato?
Credo risalga a tanti anni fa, metà anni ’80, avevo 8 o 9 anni, in una valle del lago Maggiore. Furono i miei genitori a darmi la macchina fotografica in mano e a dirmi di scattare ed ovviamente io lo feci ma ero completamente ignaro di quel che facevo. L’inquadratura la azzeccai però!
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè?
Il fotografo che portai anche all’esame della scuola di fotografia è Ansel Adams, uno dei padri della paesaggistica. I suoi scatti in bianco e nero e il suo modo di post produrli nelle camere oscure mi colpirono tantissimo. Ritengo comunque che ci siano veramente tanti altri bravi fotografi anche oggi nel mondo del digitale.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
La sfida è sempre quella di migliorarmi, di conoscere tecniche di scatto o di sviluppo nuove e cercare di rendere i miei scatti sempre più personali. Un’impresa che ha bisogno di anni e anni di esperienza
Che cos’e` la curiosità?
Direi che la curiosità fotografica sia quella di voler sempre conoscere ed approfondire tecniche di scatto o di post produzione nuovi per accrescere il proprio bagaglio culturale e di esperienza in questo bellissimo mondo
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?
Nasco come fotografo naturalista e direi che i soggetti principali delle mie foto sian bene o male sempre paesaggi, animali o astri. Il ritratto di persone, non mi ha mai attratto particolarmente, anche se ho provato a cimentarmi (costretto per motivi di parentela!) con una mia nipotina alla quale feci l’album della sua cresima, fotografando anche cugina, zii e zie varie. Non chiudo la porta a questo genere ma credo che rimarrà sempre più defilato al cospetto degli altri generi che pratico maggiormente
Qual e` il tuo prossimo progetto?
Gli ultimi miei progetti sono stati l’astrofotografia e l’infrarosso. Le conoscenze base di queste due tecniche le ho imparate ed ho approfondito meglio l’infrarosso. L’astrofotografia richiede mezzi più costosi e luoghi luminosamente incontaminati se la si vuol praticare ad un certo livello. Io abito nel cuore della pianura padana occidentale a due passi da Milano, zona molto inquinata luminosamente e mi cimento con una semplice reflex modificata e con obiettivi fotografici per cui solamente gli oggetti più alti nel cielo è più luminosi vengono ripresi meglio
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Direi che principalmente le tappe sono state due. La prima è stata la scuola col mondo dell’analogico e dello sviluppo nelle camere oscure, la seconda ovviamente, qualche anno dopo quando ho approfondito col digitale. Aggiungerei delle sottotappe che riguardano i vari generi approfonditi e conosciuti col digitale, generi di cui parlo sopra
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Sicuramente la scuola mi ha dato delle basi solide, ma gli approfondimenti sul digitale li ho appresi da solo, sia tramite i libri e sia attraverso il web, pubblicando i miei scatti ed osservando quelli degli altri, conoscendo validissimi fotografi e confrontandomi con loro e con le loro foto. Infine aggiungerei tantissima pratica nella fase di scatto e approfondimenti coi vari software.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Dipende da quello che si ha in mente di fare. Generalmente i miei scatti nascono prima nella testa, successivamente aspetto le condizioni atmosferiche ideali e poi esco alla ricerca dello scatto perfetto. Le condizioni ideali posson esser delle belle nuvole, situazioni di luce particolari di un’alba o di un tramonto o di un temporale
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Direi che il tempo, l’esperienza e un po’ il mio gusto personale abbian caratterizzato il mio stile, soprattutto per le fotografie in infrarosso
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
A mio avviso i problemi son legati alla non conoscenza dei mezzi fotografici, della luce e dell’utilizzo di software per la post produzione, ma una volta conosciuti bene, si può fotografare senza problemi, e come in tutte le cose occorre avere tanta dedizione, tanta pazienza e tanta caparbietà
Vorrei aggiungere due righe per dare un’introduzione alle foto che ho allegato. Tre riguardano la fotografia digitale in infrarosso scattate con una lunghezza d’onda di 715Nm. Sono fotografie realizzate tutte nella valle del Ticino nel milanese. Un’altra riguarda l’astrofografia dove ho ripreso la nebulosa di Orione, un oggetto astronomico fra i più affascinanti, realizzata a Corbetta (Mi) dove abito. L’albero riguarda invece un bellissimo esemplare di Carpino bianco presente nel parco del Ticino ripreso da un’angolazione particolare che lo fa sembrare un viso umano. Ed infine nell’ultima è raffigurato Eddie, uno dei miei quattro gatti appollaiato su di un caco di casa mia.
Infine vorrei ringraziare l’Associazione Nazionale Domiad Photo Network per avermi chiesto di partecipare a questa bella intervista e per la pubblicazione della stessa. Grazie
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