Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 58° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Renzo Carraro , buona lettura.
Mi chiamo Renzo Carraro e fotografo per passione da circa 20 anni.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Non avevo un sogno in particolare, ne avevo molti. Sono sempre stato una persona curiosa e determinata e sin da piccolo, quando qualcosa mi appassionava, provavo a farla.
La prima foto che hai scattato?
Con la macchina di mio padre, una Petri. Probabilmente una foto di famiglia.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
Tutti i ritrattisti piu’ famosi, Avedon, Newman, McCurry. Perchè riescono a fermare e catturare la mia attenzione sulle loro opere in modo magico. Ancora resto sorpreso ed incantato.
Cosa non è per te la fotografia ?
Non credo sia un talento innato, credo sia una passione che porti a sviluppare la creatività che si ha dentro, che lo si faccia per professione o come fotoamatore.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
Cogliere quel dettaglio che ai più sfugge e valorizzarlo tanto da renderlo immobile ed eterno, che sia uno sguardo, una posa, un’ espressione o un’ emozione .
Che cos’e` la curiosita`?
E’il crearsi la possibilità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Persone , continuare a fare quello che faccio. Fotografare persone.
Qual e` il tuo prossimo progetto?
Non ho ancora ben capito quale sarà il progetto definitivo, ma sono incuriosito dalla plasticità dell’ espressione corporea di ballerini e ginnasti.
Trovo siano delle vere e proprie opere d’arte e mi piace immaginarle ad abbellire contesti urbani
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Ho cominciato a fotografare in pellicola B/N , sviluppavo e stampavo da solo. Poi tanti anni di macchinette compatte. Adesso ho ripreso da qualche anno con una macchina digitale e sto riprovando sensazioni che avevo perduto tanti anni fa.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Avere degli stimoli. Ogni tanto si perde un po’ la rotta e vengono meno gli stimoli per crescere e studiare.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Mi sono sempre molto d’aiuto le persone critiche. Certo, i complimenti e gli elogi aiutano molto a continuare. Ma forse, proprio per la mia testardaggine e determinazione, sono piu’ stimolato da chi critica quello che faccio.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Pazienza e fortuna. Poi spesso ci si accorge in fase di sviluppo piu’ che nel momento dello scatto.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
Chiaramente si cerca di mettere a proprio agio i soggetti, niente di nuovo. Il momento giusto e’ quando dimenticano la macchina che scatta, il viso ed i gesti si rilassano .
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Una persona ed un workshop che ho fatto con lui one to one. Alessandro di Cicco.
Quello che voglio fare è ritrarre persone e mi ha dato tanti spunti e stimoli per lavorare su me stesso.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
Piu’ che nel fotografare, nella scellta delle centinaia se non migliaia di scatti e nella post produzione. Una difficolta’ nell’ avere tempo a disposizione. Non basta mai.