Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 60° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Michele Rinaldi , buona lettura.
Mi chiamo Michele Rinaldi, sono un fotografo freelance specializzato in paesaggistica e fotografia architettonica / naturalistica. Ho studiato fotografia al College di Edimburgo in Scozia e da circa dieci anni vivo senza fissa dimora viaggiando full time e scattando nei posti iconici più belli al mondo. Dopo aver vissuto e vagato in molti paesi europei mi trasferisco a sud dell’equatore, passando un anno in Nuova Zelanda.
Da piccolo cosa sognavi di fare? Il Fotografo
La prima foto che hai scattato?
Difficile dirlo o ricordarlo, credo sia stato nel giardino di casa dopo aver acquistato con i risparmi delle paghette una camera analogica al mercatino dell’usato.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
Per quanto riguarda la fotografia attuale, seguo molto le linee di alcuni fotografi di landscape quali Elia Locardi, Rob Dickinson, Chris Burkard. And Mark Adamus. Per quanto riguarda i pilastri della fotografia naturalistica e paesaggistica viene immediato pensare a nomi come Ansel Adams e Per Bak Jensen, pionieri di un genere.
Cosa non è per te la fotografia ?
Uno strumento odierno per la condivisione di alcuni momenti di vita privati futili, e soprattutto uno strumento per adescare i cosiddetti “followers” dell’era digitale e social.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
Per un fotografo paesaggista è l’insieme di vari elementi fondamentali utili alla realizzazione dello scatto. Luce, ombre, colori, tonalità, vento, nuvole, tempo meteorologico, orario del tramonto e alba. Tutti questi elementi influiscono considerevolmente il risultato finale.
Che cos’e` la curiosita`?
La curiosità è quel verme che ti divora dall’interno, e non smette di mangiare finche non l’hai soddisfatto.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Sono impegnato a fotografare i posti icona intorno al mondo. La realizzazione di un sogno sarebbe riuscire a fotografare l’Antartide. Per un fotografo paesaggista la curiosità e il lavoro porta a viaggiare molto, dopo molti anni sul campo a fotografare i posti più belli al mondo si perde un minimo di sensibilità all’impatto scenico dato da un paesaggio idilliaco che lascerebbe di stucco un turista occasionale.
Qual e` il tuo prossimo progetto?
Appena rientrato dalla Nuova Zelanda, sono impegnato nella stesura fotografica di un progetto in collaborazione con una start-up statunitense. Il lavoro consiste nella realizzazione di una guida fotografica sulla regione Campania, nel sud dell’Italia.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Sono confuse e ancora non perfettamente a fuoco. Ho iniziato come fotografo per eventi e matrimoni, ho fatto di tutto, lavorando in vari studi fotografici per poi trasferirmi all’estero e abbracciare la fotografia di paesaggio. Ho studiato “landscape photography” presso il college di Edimburgo, in Scozia.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Tantissime, e ne incontro tuttora. Purtroppo la fotografia naturalistica non lascia molto spazio ai professionisti. Diversamente dalla fotografia editoriale e commerciale la fotografia di paesaggi è tutt’ora un campo difficile e molto competitivo. Oggigiorno è diventato troppo facile scattare immagini di altissima qualità con mezzi alla portata di tutti. Basti vedere le foto scattate con un semplice iPhone.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Ho avuto modo di lavorare ad un progetto fotografico che mi ha portato a viaggiare in modo unico e peculiare l’isola sud della Nuova Zelanda.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Tanta esperienza sul campo. Come cogliere l’attimo giusto non è apprendibile in nessun libro di fotografia.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
In primis, ci deve essere un rapporto di intesa. Lavoro poco con le persone, sono difficili da organizzare. Preferisco lavorare con la natura, a volte ho dei riscontri più piacevoli.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Indubbiamente il confronto con altri fotografi del mio genere. Le esperienze e i viaggi che ho fatto. Le persone con cui ho parlato. Uno sconosciuto su un treno.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
Un fotografo naturalista cerca la perfezione nel paesaggio. Uno dei problemi più frequenti che riscontro oggi sono senza ombra di dubbio la presenza di oggetti di disturbo che deturpano la bellezza dell’immagine. La mano dell’uomo ha purtroppo invaso la natura (per diverse ragioni), compromettendo la naturale composizione dell’immagine. Paradossalmente, soprattutto in città, è sempre piu difficile riuscire a realizzare una diapositiva libera da elementi di disturbo, come lavori in corso, tendoni, affissioni pubblicitarie etc.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Una volta entrai da Unieuro con una polo blu. Fu un incubo.
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