Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 87° edizione , oggi intervistiamo la fotografa Adriana Conte, buona lettura.
Salve a tutti, mi chiamo Adry Conte, ho 46 anni e sono di Lecce. Lavoro nella grande distribuzione e da un paio di anni dedico il mio tempo libero alla fotografia.
La prima foto che hai scattato?
Quando provavo a scattare con la Koroll 2 di mio padre che ora uso ogni tanto.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri?
Potrò sembrare presuntuosa ma non mi ispiro a nessun fotografo in particolare. Fotografo quello che mi piace, soprattutto lunghe esposizioni di sera o fuochi d’artificio, da sempre la mia passione.
Cosa non è per te la fotografia?
Per me la fotografia non è la corsa al like, non è competizione per chi scatta la foto più bella, non è post produzione esagerata. Purtroppo viviamo in un mondo virtuale in cui tutto è esagerato. Invece la fotografia per me è aggregazione nelle uscite fotografiche, è condivisione, è staccare la spina dalla quotidianità.
Qual è la sfida di ogni scatto?
Riuscire a trasmettere a chi guarda una mia foto le sensazioni e le emozioni che ho provato mentre scattavo. Creare uno scatto unico, che sia solo mio, la foto “diversa”.
Che cosa è la curiosità?
Cercare nuovi stimoli, scoprire nuovi luoghi da fotografare.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?
Mi piacerebbe viaggiare. Per esempio un bel viaggio in Lapponia per fotografare l’aurora boreale, oppure in Argentina alle cascate di Iguazù.
Qual è il tuo prossimo progetto?
Una mostra personale di fotografia. Fino ad ora ho partecipato solo a mostre collettive di fotografie.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Scatto da solo due anni. Nel 2016 ho acquistato la mia prima reflex che usavo in automatico. Poi ho pensato alle potenzialità che poteva avere una reflex e che potevo creare io le mie foto. Ho frequentato un corso base di fotografia e da lì è iniziata l’avventura. Poi sono arrivate le mostre e i concorsi fotografici.
Che difficoltà hai riscontrato lungo il tuo percorso?
Non ho riscontrato grandi difficoltà.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Come ho detto prima, dopo il corso base di fotografia ho iniziato a partecipare a mostre nel Salento, 6 mostre alle quali ho partecipato con un paio di foto. Ho partecipato ad un paio di concorsi di fotografia vincendone uno. Una mia mostra con solo foto di fuochi d’artificio, che devo ammettere ha suscitato curiosità.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Avere sempre la reflex appresso e tanta pazienza. Capita che per ottenere la foto che ho in mente debba fare degli appostamenti o ritornare sul posto più di una volta. Volevo una foto in cui i raggi del sole passassero tra le pagine sfogliate dal vento, ho provato e riprovato fino a quando non ho avuto la foto che volevo.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
Fotografo un po di tutto. All’inizio non capivo cosa mi piacesse fotografare di più. Poi ho notato che guardando le mie foto vedevo tante lunghe esposizioni, luci, colori e scintille. Questa sono io, questo è il mio stile.
Ci racconti un aneddoto particolare o simpatico?
Una cosa curiosa che mi accade è quella di scattare una foto uguale identica ad un altro fotografo. Mi è succede spesso con i fuochi d’artificio.