Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 91° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Francesco Tomasoni, buona lettura.
Ciao mi chiamo Francesco, ho 25 anni e sono Pavese, abito in un piccolo paese della Provincia di Pavia. Lavoro come Geometra presso uno studio di ingegneria della mia zona e nel tempo libero mi diverto a scattare fotografie alla mia seconda grande passione…i Motori. Ogni tanto mi diverto anche a far foto a persone o animali.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
Beh da piccolo ambivo ad un lavoro inerente la mia passione per i motori, per un periodo sognavo di diventare disegnatore automobilistico, che poi col passare degli anni si è trasformato in pilota automobilistico.
La prima foto che hai scattato?
La prima foto risale a circa 15/16 anni fa, all’Acquario di Genova, quando all’esterno di esso vidi la riproduzione di un veliero. Ricordo ancora che con la mia piccola macchinetta a rullino le scattati 4 foto, che furono poi unite da un signore del mio paese tramite software di post produzione.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perché?
In realtà non mi ispiro a nessun fotografo in particolare, seguo solo un paio di fotografi che seguono entrambi il motorsport. Cerco sempre di assimilare quante più nozioni da ciò che loro imprimono sulla carta, per poter migliorare il mio stile, e quindi evitare la banalità della foto fatta dal principiante.
Cosa non è per te la fotografia?
Beh, di certo non ritengo fotografia quegli scatti fatti al volo, quasi senza un minimo di concentrazione, quegli scatti che dicono tutto e niente.
Qual è la sfida di ogni scatto?
La sfida per ogni fotografo, secondo me, è cercare sempre di migliorarsi, imparando dai propri errori. Cercare ad ogni scatto di migliorarsi, e pensare sempre che lo scatto migliore sarà il prossimo.
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare?
Essendo la mia passione i motori, mi piacerebbe poter scattare qualche foto in qualche pista famosa a qualche evento di un certo spesso. Penso che il massimo sarebbe poter scattare foto durante una gara di Old Endurance presso il Circuito di Le Mans o del Nurburgring.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
Agli inizi tendevo a fotografare un po’ di tutto, passando dalle paesaggistiche alle macro, essendo ancora alla ricerca di ciò che in realtà volevo fotografare ci provavo con tutto. Un giorno mi ritrovai in un pista a fotografare delle prove di Motocross, da li capii che era quella la strada giusta.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
Come ogni fotografo mi sono trovato davanti ad ostacoli molto ardui, soprattutto agli inizi. La difficoltà più grande forse l’ho avuta nell’imparare a gestire tutti i parametri di una Reflex. Ancora oggi mi sorprendo su quante cose ancora non so e quante cose imparo ogni giorno.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
Come già detto una delle esperienze che maggiormente mi ha influenzato è stato partecipare ad una sessione di prove libere di Motocross, quel giorno ho capito che le mie 2 passioni potevano colimare in uno stesso punto, e che potevo trarre beneficio dalla conoscenza dei motori, per poter scattare belle foto.
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
Di certo bisogna conoscere molto bene il soggetto, o comunque il luogo in cui si andrà a scattare, e comunque è sempre meglio documentarsi per bene guardando altre foto, o leggendo le particolarità del luogo. Altro punto cardine per cogliere il momento giusto è rimanere concentrati sul soggetto, osservandolo e cercando di capire tutti i pregi.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare?
A grandi linee non riscontro grandissimi problemi, forse un upgrade dell’attrezzatura ne gioverebbe di certo, per il resto posso ritenermi molto soddisfatto dei risultati ottenuti in meno di 1 anno di fotografia con una reflex.
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Forse il ricordo più bello che mi è rimasto impresso, e che credo rimarrà sempre stampato nella mia mente. Era un sabato dell’Agosto del 2017, mi trovavo a bordo pista a scattar foto a delle moto; finito il turno, dopo circa 10 minuti mi sento chiamare da un pilota, si avvicina e mi chiede se gli avevo fatto qualche foto; gliele mostro e subito mi trovai circondato da una decina di piloti che volevano vedere gli scatti. Quella forse è stata l’emozione più forte che abbia mai provato da quando faccio foto.
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