Bentornati a “Racconti Fotografici” eccoci alla 95° edizione , oggi intervistiamo il fotografo Augusto De Luca, buona lettura.
ho 62 anni, laureato in giurisprudenza e fotografo professionista dalla metà degli anni ’70. Mi sono dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici. Il mio stile è caratterizzato da un’attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato. Alcuni dicono che le mie Immagini ricordano la lezione della metafisica.
Da piccolo cosa sognavi di fare?
il medico come mio padre, anche se poi ho studiato giurisprudenza. La fotografia non era assolutamente prevista.
La prima foto che hai scattato?
ho scattata la mia prima foto ad una certa Patrizia…..ai miei tempi spacciarsi per fotografo era uno dei modi per conoscere una ragazza di solito fuori scuola. Ho iniziato quindi per caso ma subito però mi sono innamorato non della ragazza ma della fotografia.
Quali sono i fotografi a cui ti ispiri e perchè ?
Bill Brandt, Irving Penn, Richard Avedon, che sono dei grandissimi maestri. Mi hanno dato un impronta “classica” a cui ho cercato di aggiungere una mia personale visione.
Cosa non è per te la fotografia ?
partecipare come oggi fanno anche bravi fotografi a concorsi e gare varie. Fotografare per avere consensi dagli altri; non verrà mai fuori la tua essenza e finirai per fare cose che hanno fatto e fanno tutti solo perché sai che piacciono.
Qual e` la sfida di ogni scatto?
realizzare un’immagine diversa pur rimanendo legato al tuo stile.
Che cos’e` la curiosita`?
è la molla che ti spinge a vivere…Mi sento navigatore, o meglio, esploratore dell’immenso universo dell’arte. L’artista è uno scopritore, cerca le chiavi per aprire la porta delle emozioni e delle sensazioni. L’ arte è il luogo dove razionalità, fantasia, verità e finzione si sposano creando una miscela esplosiva
Chi o cosa ti piacerebbe fotografare ?
Eduardo De Filippo e Totò. Purtroppo ero troppo giovane all’epoca per fotografarli.
Qual e` il tuo prossimo progetto?
sto ritraendo molti personaggi del mondo dell’arte e della cultura sopratutto napoletana che insieme ai tanti ritratti che ho già realizzato durante la mia carriera formeranno un libro.
Quali tappe hai attraversato per diventare il fotografo che sei oggi?
bisogna innanzitutto innamorarsi della fotografia, poi credere nel tuo prodotto, nel tuo lavoro e sopportare il rifiuto di molti che non lo condividono; fondamentale è perseverare anche nei momenti peggiori.
Che difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?
come ho già detto, i tanti rifiuti iniziali che però mi hanno anche spronato a migliorare.
Quali esperienze decisive hai avuto nell’ambito fotografico?
sicuramente è stato importante per me conoscere Lanfranco Colombo direttore della galleria “ Diaframma “di Milano, purtroppo scomparso ed è stato anche fondamentale andare ogni anno i primi di luglio agli incontri internazionali di fotografia ad Arles in Francia, dove ho avuto la possibilità di conoscere tantissime persone che hanno creduto in me e mi hanno aiutato; è li che ho venduto le mie foto alla International Polaroid Collection (USA) e al Museo de la Photographie di Charleroi (Belgio).
Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto?
io non sono uno street photographer quindi ogni mio scatto è meditato e studiato. Ho tutto il tempo per valutare la luce e l’inquadratura.
Che rapporto cerchi di instaurare con le persone/soggetti che vuoi ritrarre?
un rapporto incentrato sul gioco, questo da modo al soggetto di rilassarsi e di essere se stesso. Soprattutto i primi scatti sono solo di riscaldamento, il click decisivo solitamente è successivo.
Cosa ha influenzato il tuo stile?
sicuramente anche l’arte contemporanea, ma in particolare il surrealismo e la metafisica.
Quali sono i problemi che riscontri oggi nel fotografare ?
se la domanda è relativa ai mezzi, sicuramente con il digitale ed il photoshop tutti i problemi e le fatiche di prima si sono annullati. Basta pensare a come oggi è facile schiarire o scurire una parte dell’immagine; prima bisognava mascherare l’ immagine con le mani sotto l’ingranditore….quante carte sprecate e buttate !
Ci racconti un tuo aneddoto particolare o simpatico?
Quando ho ritratto Rick Wakeman il tastierista del mitico gruppo “ YES “. Andai a fotografarlo in un sala di registrazione e poiché io suono la chitarra, prima di posare mi chiese di fare un blues insieme. Chiaramente con un po di paura e vergogna accettai. Oggi posso dire di aver suonato con Wakeman.
I MIEI LINK:
https://fr.wikipedia.org/wiki/Augusto_De_Luca
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